viene a visitare questi luoghi, per concedersi il piacere di ricapitolare le cose e rinnovare la propria scelta, della quale non può fare ameno di compiacersi. Basta che io dica una parola, e vedremo tutto un mondo, che mio padre avrebbe potuto produrre, e nel quale si troverà rappresentato tutto ciò che se ne può domandare".
I presupposti filosofici dei mondi paralleli sono già qui: in questo testo del 1710. Il palazzo dei destini immaginato da Leibniz è un palazzo in cui sono contenuti tutti i mondi possibili di cui quello in cui viviamo sarebbe l'unico in atto, l'unico realmente esistente: il miglior dei mondi possibili. Ogni stanza di questo palazzo rappresenta un mondo. E i mondi-stanze sono disposti in una struttura a piramide. Di questa piramide vi è un vertice, rappresentato dal migliore dei mondi possibili in atto, ma non vi è una base, poiché i mondi possibili si moltiplicano all'infinito.
Lost, con la sesta stagione, decostruisce l'ordine di questa piramide. Quando vediamo atterrare a Los Angeles Jack, Kate, Sawyer e tutti gli altri, non vediamo uno degli altri mondi possibili che Giove avrebbe potuto produrre accanto al mondo in atto (quello in cui l'aereo è caduto), ma vediamo questo altro mondo possibile in atto accanto a un altro mondo in atto. La narrazione della seta stagione si muove tra due mondi in atto, le cui vicende scorrono parallele.
Ci si potrebbe accontentare di descrivere così l'ulteriore complicazione di Lost, il suo procedere sempre più deciso dal cosmos vero il caosmos: verso un cosmo che ormai ha perso qualsiasi tipo di ordine, compreso quello dell'unicità del mondo esistente. Ma questa sarebbe ancora una semplificazione. Che non ci permetterebbe di cogliere alcuni piccoli ma significativi segnali che ci fanno dubitare circa la possibilità di tenere ben separati i due mondi ora esistenti come due stanze non comunicanti della grande piramide leibniziana.
E' indubbio: siamo di fronte a due mondi. Dobbiamo però aggiungere che questi due mondi, a loro volta, sono composti di serie differenti di eventi, e che ogni personaggio è in relazione o è coinvolto in una certa serie piuttosto che in un'altra. Questo frantumarsi del mondo e poi dei mondi in serie di eventi differenti con cui personaggi differenti sono in relazione è evidentissimo in Lost, che fin dall'inizio avanza e retrocede nella propria narrazione montando e intrecciando le differenti serie: la serie di Jack, la serie di Sawyer, la serie di Kate, la serie di Hugo, e poi la serie di Ben, la serie di Juliet, ecc. Con la sesta stagione, dunque, abbiamo non solo due mondi paralleli in atto, ma due mondi come due insiemi di serie parallele in atto.
Potrebbe sembrare una semplice precisazione che non aggiunge nulla alla struttura dei mondi della sesta stagione. In realtà non è così. Se ci pensiamo bene, infatti, è proprio guardando all'articolazione dei mondi in serie che possiamo cominciare a interpretare alcune stranezze che abbiamo incontrato nei primi due episodi della sesta stagione. Perché è vero che ci sono mondi paralleli; ma accade che alcune serie di questi mondi paralleli entrino (o almeno così sembra) in contatto. Quasi ci fossero dei punti di tangenza e contaminazione tra serie di mondi differenti, benché i mondi in sé restino distinti.
Sappiamo bene che nelle stagioni precedenti di Lost, in particolare nelle prime stagioni, una serie di eventi legati a un personaggio veniva, ad un certo punto, a incrociare una serie di eventi legati a un altro o ad altri personaggi. Ma erano serie appartenenti a uno stesso mondo. Ora, con la sesta stagione abbiamo serie appartenenti a mondi diversi che, almeno in un mondo, sembrano avere una qualche relazione con la serie dell'altro mondo.
Nel primo episodio vediamo Jack nella toilette dell'aereo (nel mondo in cui l'aereo atterra) guardarsi allo specchio una ferita al collo che certo non può essersi procurata in aereo e che dunque non ha la sua causa in una qualche serie di eventi inerenti Jack e che appartengono al mondo in cui l'aereo atterra. Da dove viene quella ferita? Una risposta possibile è che essa è legata a un evento di una serie inerente a Jack ma appartenete a un altro mondo in atto. Nel secondo episodio vediamo Kate che, mentre sta cercando di fuggire su un taxi, si sofferma per un istante a guardare un passeggero appena sceso con lei dal volo 815, ma che lei non conosce. Questo passeggero è Jack e per un attimo è come se Kate "riconoscesse" Jack. E questo è possibile solo se la serie degli eventi inerenti Kate che appartiene al mondo in cui l'aereo atterra ha un qualche punto di contatto con la serie di eventi inerenti Kate che
appartiene al mondo in cui l'aereo è caduto.
Si tratta di piccole zone di turbolenza tra i due mondi che sembrano far entrare in contatto alcune serie – senza con ciò mettere in questione (almeno per ora) la separazione dei due mondi quale ordine della loro coesistenza. Ma non è tutto. Queste zone di turbolenza sembrano convergere attorno a un personaggio che potrebbe forse comporre attorno a sé serie trasversali, cioè serie di eventi che attraversano i due mondi. E questo personaggio è Desmond, che nel primo episodio della sesta stagione vediamo apparire e poi sparire dal mondo in cui l'aereo atterra.